Questa pagina è una sezione in divenire che raccoglie sfizi, spunti e consigli di lettura.
Curiosate a piacere e inviateci le vostre segnalazioni a: ortocircuito@inventati.org
A vous una prima selezione dalle nostre librerie:
Bussolati M., L’orto diffuso. Dai Balconi ai giardini comunitari, come cambiare la città coltivandola, Orme Edizioni, 2012.
“Dedicarsi alla terra è diventato un piccolo gesto di resistenza che fa bene alla mente e alla forma. (..) Negli orti non cescono solo rape e fagiolini, ma anche autonomia economica, natura e cultura”. Un libro-manifesto che ci guida alla scoperta di una comunità che sta ridisegnando le nostre città, facendo scoprire un nuovo modo di coltivare e di gestire gli spazi comuni.
ZappataRomana (a cura di), Come Creare un orto o un giardino condiviso. Guida pratica per cominciare.
Scarica liberamente l’intero volume qui
“Un orto e un giardino condiviso sono anzitutto uno spazio pubblico con finalità socioculturali, oltre ad essere aree verdi in città che contribuiscono al sistema ambientale, al microclima, alla biodiversità. ( …) Non esiste un modello definito di giardino condiviso.Ogni gruppo di persone può industriarsi per realizzare un progetto adatto alle proprie esigenze e a quelle del luogo in cui vive. Ognuno può portare come proprio contributo le sue capacità, la sua creatività e la sua socialità”.
Wilson P.L., Avant Gardening, Nautilus Edizioni, 1999.
“Anche il giardiniere per hobby ha aggiunto una fetta di libertà alla vita, semplicemente tramite l’esperienza diretta del coltivare, annusare, assaggiare. Ma il giardiniere politicamente cosciente fa di più. Comprendendo l’orto e il giardino non solo come zona autonoma, ma anche come azione di resistenza, l’avant gardener alza il tiro e si unisce agli altri in una causa comune”.
Pasquali M., I giardini di Manhattan. storie di Guerrilla Gardens, Bollati Boringhieri Editore, 2008.
“Il processo di creazione che ha dato vita a ciascuno di questi giardini non costituisce un’esperienza a sé e non è, in nessun caso, oggetto di mestiere; rientra invece tra le tante espressioni della quotidianità. (..) Essi sperimentano pratiche di autogestione e di autorganizzazione nell’immediatezza ed enfatizzando aspetti quali la composizione inaspettata e la spontaneità espressiva, danno luogo a giardini apparentemente caotici, eterocliti ed eterotopi che reinventano e reinterpretano i tradizionali criteri botanici o compositivi”.
Roiatti F., La rivoluzione della lattuga. Si può riscrivere l’economia del cibo? Egea, 2011.
“(…) sempre più persone si stanno organizzando per cambiare l’economia del cibo dal basso. Un movimento mondiale di contadini di città che coltivano pomodori sui tetti e fragole negli orti colletivi, di consumatori consapevoli che comprano a km zero e costituiscono gruppi di acquisto solidale: in altre parole cittadini che si ribellano alla “dittatura dello scaffale”
Carlsson C., Now Utopia. Come il ciclismo crativo, l’orticoltura comunitaria, la permacultura, la galassia P2P e l’ecohacking stanno reinventando il nostro futuro, Shake Edizioni, 2009.
” In un mondo dove le opportunità di partecipazione diretta sono ridotte al lumicino, le aree come gli orti divengono una nuova forma di democrazia partecipata; sono microcosmi di democrazia dove le persone stabiliscono un senso comunitario e di apparteneza alla terra.
McKay G., Radical Gardening. Politics, Idealism and Rebellion in the Garden, 2011.
Some may think of gardening as a bit of a suburban, tame and rather gentile pursuit, but, here is a book to make them think again. Are we talking vegetable plot, or political plot? From window box to veggie box, from political plot to flower power, this book uncovers and celebrates moments, movements, gestures, of a people’s approach to gardens and gardening.